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Name      
Italia    Piana Sipontina, Stele di Tiati EuroPreArt - European Prehistoric Art

Italy map
Keywords: Armi, ornamenti.
Institution: Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, Ravello.  albore@libero.it
Record
proposed
by
CUEBC - European University Centre for Cultural Heritage, Ravello - Italy
 
Location
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Country:

Italia

Locality:

SAN PAOLO DI CIVITATE

Region:

PUGLIA

Area:

Piana Sipontina

 

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Stele con armi (da Nava 1993)
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Environment & Surface

Open-air   Shelter   Cave Portable   Megalithic

Geography:
La posizione dominante di Tiati, sulla riva destra del Fortore, da cui si può controllare gran parte della vallata del basso corso del fiume fino all'Adriatico a dalle colline dell'Appenino dauno-molisano a questo prospiciente, ha reso il territorio adatto allo stanziamento.

Proximity:

Fiume Fortore e Candelaro.

Geology:

Calcare o arenaria.

Surface:

Incisa, a volte decorata.

 

 
Art        

Description:

Engravings   Paintings   Painted engravings   High or low-relief   Sculpture
Maria Luisa Nava, insigne studiosa delle stele, nello studio del complesso di Tiati, divide le stele tipologicamente, differenziando le stele con armi dalle stele con ornamenti e ancora in vari "tipi" per facilitarne la classificazione. L'officina di Tiati si distingue per una scelta lessicale e grafica molto particolare, sia nella decorazione primaria che secondaria. Nelle stele di I tipo è evidente una preferenza per una composizione nella quale è lasciato poco spazio all'ornato geometrico delle bande laterali e del collare che costituiscono la veste, mentre viene lasciato uno spazio maggiore alle caratterizzazioni anatomiche delle braccia, raffigurate pure nelle stele con armi, pure di II tipo, solo negli avambracci. Le mani, allungate ed affusolate, hanno una resa veristica nel I tipo, mentre sono più rigide e stilizzate e rigide nel II e III tipo. Sulle stele con armi di I e II tipo i cardiophulakes hanno un profilo sottile ed allungato, più corte e tozze sono le spade. Nelle stele di II tipo, sia con armi che con ornamenti, i cerchietti disposti in modo libero sono utilizzati per riempire le zone lasciate vuote dall'ornato primario e secondario. Per quanto riguarda le scene figurate, la fisionomia è resa "a becco d'uccello", i corpi rigidi e tozzi, nelle stele di I tipo, hanno una forma ancor più schematica nei tipi successivi, dove sono retti da gambe filiformi dai lunghi piedi. Lo stesso sistema è utilizzato per la resa grafica degli animali. Da notare, su una stele di II tipo la raffigurazione di una processione di donne con vaso in testa che avanzano verso il sacedote con la lira, un tema frequente nelle stele con ornamenti, che l'officina di Tiati ripropone, in modo innovativo su una stele con armi di II tipo. La fabbrica di Teati sembra prediligere motivi basati sul meandro e la svastica, mentre le due fabbriche, di Salapia e di Siponto, sono legate a temi circolari, con una evidente evoluzione del cerchio semplice.

Figures:
Figure umane ed animali, rigide e tozze nella stele di I tipo, ancora più schematiche nei tipi successivi, dove sono retti da gambe filiformi dai lunghi piedi.

Chronology:

Palaeolithic   Epipalaeolithic - Mesolithic   Neolithic   Copper Age   Bronze Age   Iron Age   Roman   Middle Age   Modern   Unknown
VI secolo a. C.

Notes:

Oltre al filone produttivo della fabbrica di Siponto, che ha prodotto il maggior numero di stele istoriate, a Salapia vi è un'officina la cui produzione segue quella sipontina, mentre una terza officina si colloca a Tiati, da porre in rilievo per l'originalità dei suoi prodotti, che si immettono in un filone diverso da quello di Siponto e Salapia. Questi due centri presentano invece tratti comuni. La casualità dei ritrovamenti caratterizza la "storia" delle stele, smosse da lavori di aratura avvenuti nel 1945, che hanno spesso decontestualizzato queste ultime, rendendo complesso lo studio sulla loro esatta ubicazione e cronologia. Datate, per lo più, in base alle necropoli nelle cui vicinanze alcuni gruppi di stele furono rinvenute, esse presentano in forma schematizzata l'immagine dei defunti, si pensava dovessero essere infisse nel terreno, poiché la parte inferiore della stele era spesso priva di decorazioni. Silvio Ferri, primo studioso di questi reperti protostorici, fu informato della loro esistenza dal Rittatore, il quale gli mostrò una testa di stele, che destò stupore e grande interesse, in un archeologo e insigne studioso di testi latini e greci. L'attitudine di Silvio Ferri a questo campo di studi, ha fatto emergere alcune ipotesi che prendevano spunto dalle raffigurazioni delle stele. Fu il primo a parlare di una civiltà del tempo omerico, sottolineando però, che tutte le incisioni, le rappresentazioni, le raffigurazioni sceniche, i simboli, i miti, i mostri e le credenze sull'aldilà, sono di un mondo che appartiene non alla civiltà dei vincitori greci, ma alla civiltà dei vinti, dei troiani, e quindi, la definì il segno di una civiltà antiomerica. I rapporti della Puglia con la Grecia, sono attestati da più fonti, che ci descrivono come i greci si trovarono di fronte ad una società fornita di centri indipendenti e piuttosto articolata: vi erano i Dauni nella parte centrale, i Peuceti in quella intemedia, i Messapi in quella meridionale. Queste civiltà, forti della loro integrità e unicità, erano partecipi di convenzioni comuni. Dunque i Greci non si trovarono in contatto con popolazioni subalterne, ma con popolazioni che presentavano una cultura propria, con le quali, si trovavano nella necessità di mediare, più che di imporre, la propria civiltà. Si è voluto vedere nelle stele un richiamo al mondo greco, non localizzabile in un preciso ambiente della Grecia, con raffigurazioni tradotte per rappresentare costumi locali. Le stele rinvenute nella piana di Siponto, sono conservate, grazie all'infaticabile lavoro di Silvio Ferri e dello studioso, ricercatore e poeta Cristanziano Serricchio, nel Castello di Manfredonia (voluto, si dice, dal giovane monarca svevo Manfredi), diventato un Museo archeologico, grazie alla cessione del castello svevo-angioino allo stato per renderlo appunto un museo. Queste brevi notizie sulle stele, credo debbano rendere chiaro il fatto che ci troviamo dinanzi ad un fenomeno non compiuto nelle sue linee essenziali, che necessita ancora di studi ed esami sistematici per una più corretta ed univoca visione del quadro della Puglia protistorica, di cui le stele sono le dirette rappresentanti. La loro varietà ed unicità ha riempito le pagine di molti libri, ma la loro enigmicità è sostenuta da vuoti storici e culturali che sono stati solo in parte colmati. La sporadicità di molti rinvenimenti di stele rende la loro comprensione, a livello geografico e cronologico, molto complessa.
 
Bibliography        





European total bibliography, by EuroPreArt partnersTotal (Europe)
Italia EuroPreArt general bibliography, by Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, Ravello.General (country)
Specific Piana Sipontina, Stele di Tiati bibliography, by Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, Ravello.Specific (site)
Rock Art Studies: A Bibliographic worldwide Database (external link). Compiled by Leigh Marymor. Copyright (C) 2001-2002 by the Library, University of California, Berkeley Bibliographic
Rock Art
Database

 

 
Conservation        

Status:

Public   Private   Park   Classified site

Risk:

Attualmente le stele sono conservate nel Museo archeologico di Manfredonia: il loro rinvenimento nei territori sconvolti da lavori di aratura le ha "salvate". Silvio Ferri, iniziò quest'opera di salvataggio, educando gruppi di operatori, a fermarsi e raccogliere tutto, frammenti grossi e piccoli. Dodici anni di lavoro dedicati al recupero di queste importanti testimonianze della civiltà daunia. Un lavoro che ha visto molte difficoltà, come la denuncia, infondata, ai danni di Silvio Ferri, da parte della finanza per "ricettazione clandestina di materiale archeologico".

Conservation:

Good   Quite good   Mediocre   Bad

Intervention:

 

By          

Compiler:

Claude Albore Livadie, Marica De Simone.

Institution:

Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, Ravello.  albore@libero.it
 
         Record n. 425 / 807
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EuroPreArt, European Prehistoric Art, is a web-based archaeological project funded by the European Union which aims to establish a lasting data-base of European prehistoric art documentation, to launch the base of an European institutional network and to contribute to the awareness of the diversity and richness of European Prehistoric Art.
It is proposed by: Instituto Politécnico de Tomar (IPT, Portugal), CUEBC - European University Centre for Cultural Heritage (Italy - Europe), Consejo Superior de Investigaciones Científicas (España), Asociación Cultural Colectivo Barbaón (España), Université de Liège (Belgique), Gotland University College (Sverige), University College Dublin (Eire), Cooperativa Archeologica Le Orme dell'Uomo (Italia), Study Centre and Museum of Prehistoric Art of Pinerolo (Italia), The European Centre for Prehistoric Research in the Alto Ribatejo (Portugal), ArqueoJovem - a youth NGO (Portugal).
Instituto Politécnico de Tomar - Portugal CUEBC - European University Centre for Cultural Heritage, Ravello - Italy CSIC - Consejo Superior de Investigaciones Científicas, Madrid - Spain Orme dell'Uomo - Footsteps of Man, Valcamonica - Italy Asociación Cultural Colectivo Barbaón, Extremadura -Spain Liège University - Belgium Gotland University - Sweden University College Dublin - Ireland CeSMAP - Centro Studi e Museo d'Arte Preistorica. Pinerolo, Italy Arqueo Jovem

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